martes, 17 de junio de 2014

Affrontiamo con coraggio le avversità odierne

Non rimuoverò da me la mia integrità! (Giob. 27:5)
Giobbe affrontò sofferenze indicibili. Sembrava che la sua vita stesse andando a rotoli (Giob. 3:3, 11). A peggiorare la situazione c’era il fatto che non capiva chiaramente perché gli stessero capitando tutte quelle disgrazie. Eppure non si arrese; mantenne l’integrità e non perse la fede in Dio. Il suo è davvero un esempio eccellente! Riflettiamo anche sull’esempio di Paolo. L’apostolo si trovò “in pericoli nella città, in pericoli nel deserto, in pericoli nel mare”. Fu “nella fame e nella sete, [...] nel freddo e nella nudità”. Disse anche di aver trascorso “una notte e un giorno nel profondo”, probabilmente a seguito di uno dei naufragi subiti (2 Cor. 11:23-27). Nonostante rischiasse di morire a motivo del servizio che rendeva a Dio, Paolo aveva fede che Dio lo avrebbe liberato (2 Cor. 1:8-10). Non sono in tanti a poter dire di aver vissuto tutte le esperienze negative di Paolo, ma molti di noi possono riconoscersi nei suoi sentimenti e trarre conforto dal suo esempio di coraggio. 

“Dio è per noi rifugio e forza, un aiuto che si può trovare prontamente durante le angustie”. — SAL. 46:1.
SAPRESTE RISPONDERE?
Come possiamo impedire alle avversità di sopraffarci?
Che ragioni abbiamo per avere coraggio?
In quali modi Geova ci aiuta ad affrontare le avversità?
LA NOSTRA è un’epoca di gravi difficoltà. La terra è flagellata da un disastro dopo l’altro. Terremoti, tsunami, alluvioni, eruzioni vulcaniche, tornado, tifoni, uragani e vasti incendi seminano morte e distruzione. Inoltre, problemi familiari e personali sono causa di timori e sofferenze. Senza ombra di dubbio, “il tempo e l’avvenimento imprevisto” capitano a tutti noi. — Eccl. 9:11.
2 Nel complesso i servitori di Dio riescono ad affrontare bene tali dolorose circostanze. Comunque, con l’approssimarsi della fine di questo sistema, ognuno di noi deve essere preparato a fronteggiare qualsiasi avversità possa presentarsi in futuro. Come possiamo superare i problemi anziché farcene sopraffare? Cosa può aiutarci ad affrontare le avversità con coraggio?
IMPARIAMO DA CHI HA AFFRONTATO LA VITA CON CORAGGIO
3 Per quanto oggi siano più diffuse che mai, avversità e sofferenze non sono certo una novità. Vediamo dunque cosa possiamo imparare da alcuni servitori di Dio del passato che affrontarono la vita con coraggio. — Rom. 15:4.
4 Prendiamo il caso di Davide. Tra le avversità a cui dovette far fronte ci furono l’ira di un re, gli attacchi nemici, il rapimento delle sue mogli e il tradimento da parte dei suoi stessi uomini. A volte si sentì profondamente abbattuto. (1 Sam. 18:8, 9; 30:1-5; 2 Sam. 17:1-3; 24:15, 17; Sal. 38:4-8) Dal racconto che la Bibbia fa della vita di Davide emerge chiaramente il dolore che queste situazioni gli causarono. Tuttavia Davide non ne uscì spiritualmente distrutto. La sua grande fede lo portò a dire: “Geova è la fortezza della mia vita. Di chi avrò terrore?” — Sal. 27:1leggi Salmo 27:5, 10.
5 Abraamo e Sara trascorsero gran parte della loro vita da nomadi in terre a loro sconosciute. Non fu sempre facile, ma quando dovettero fronteggiare problemi come carestia e ostilità delle popolazioni vicine lo fecero con determinazione. (Gen. 12:10; 14:14-16) Cosa c’era dietro tale perseveranza? Le Scritture ci dicono che Abraamo “aspettava la città che ha reali fondamenta, il cui edificatore e costruttore è Dio”. (Ebr. 11:8-10) Abraamo e Sara rimasero concentrati sul futuro e non si fecero abbattere dalle difficoltà di quella vita.
6 Giobbe affrontò sofferenze indicibili. Riusciamo a immaginare come si sarà sentito quando sembrava che la sua vita stesse andando a rotoli? (Giob. 3:3, 11) A peggiorare la situazione c’era il fatto che non capiva chiaramente perché gli stessero capitando tutte quelle disgrazie. Eppure Giobbe non si arrese; mantenne l’integrità e non perse la fede in Dio. (Leggi Giobbe 27:5). Il suo è davvero un esempio eccellente!
7 Riflettiamo anche sull’esempio di Paolo. L’apostolo si trovò “in pericoli nella città, in pericoli nel deserto, in pericoli nel mare”. Fu “nella fame e nella sete, . . . nel freddo e nella nudità”. Disse anche di aver trascorso “una notte e un giorno nel profondo”, probabilmente a seguito di uno dei naufragi subiti. (2 Cor. 11:23-27) Nonostante tutto, Paolo mantenne un atteggiamento positivo. Riferendosi a una circostanza in cui aveva rischiato di morire a motivo del servizio che rendeva a Dio, scrisse: “Questo avveniva affinché confidassimo non in noi stessi, ma nell’Iddio che desta i morti. Da una cosa così grande come la morte egli ci liberò e ci libererà”. (2 Cor. 1:8-10) Non sono in tanti a poter dire di aver vissuto tutte le esperienze negative di Paolo, ma molti di noi possono riconoscersi nei suoi sentimenti e trarre conforto dal suo esempio di coraggio.
NON FACCIAMOCI SOPRAFFARE DALLE TRAVERSIE
8 Con tutte le calamità, le difficoltà e le pressioni del mondo attuale a molti sembra di non farcela, e questo capita anche ad alcuni cristiani. Lani,* che svolgeva felicemente il servizio a tempo pieno con suo marito in Australia, racconta di quando le fu diagnosticato un tumore al seno. La notizia fu un fulmine a ciel sereno che la lasciò a pezzi. “La terapia mi faceva stare malissimo”, dice, “e avevo completamente perso l’autostima”. Come se non bastasse, Lani dovette prendersi cura di suo marito, che aveva subìto un intervento alla colonna vertebrale. Se dovessimo trovarci in una situazione del genere, cosa potremmo fare?
9 È bene ricordare che Satana si serve delle avversità che incontriamo per minare la nostra fede e privarci così della gioia. Noi, però, non dobbiamo permettergli di farci questo.Proverbi 24:10 afferma: “Ti sei mostrato scoraggiato nel giorno dell’angustia? La tua potenza sarà scarsa”. Meditare su esempi biblici come quelli menzionati nei paragrafi precedenti ci aiuterà a farci coraggio davanti alle difficoltà.
10 Dobbiamo tenere presente, inoltre, che prima o poi tutti incontriamo dei problemi. (2 Tim. 3:12Atti 14:22 ci ricorda: “Dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni”. Invece di abbatterci, proviamo a considerare le circostanze avverse come opportunità per mostrare quel coraggio che si fonda sulla fede nella capacità di Dio di aiutarci.
11 Dobbiamo concentrarci sulle cose positive. La Parola di Dio ci dice: “Il cuore gioioso ha un buon effetto sul viso, ma a causa della pena del cuore c’è lo spirito abbattuto”. (Prov. 15:13) La medicina riconosce da tempo il valore terapeutico di un atteggiamento positivo. In molti pazienti a cui erano state somministrate pillole di zucchero (il cosiddetto placebo) i sintomi della malattia regredivano semplicemente perché il paziente stesso pensava che quelle pillole lo avrebbero fatto stare meglio. È stato dimostrato anche il contrario, chiamato “effetto nocebo”: le condizioni di salute di alcuni pazienti peggioravano solo perché era stato detto loro che il farmaco somministrato avrebbe avuto degli effetti negativi. Rimuginando di continuo su situazioni che non possiamo cambiare non facciamo che abbatterci. Oltretutto Geova non ci dà “pillole di zucchero”. Anzi, anche quando ci colpisce una tragedia, ci dà vero aiuto tramite l’incoraggiamento che si trova nella sua Parola, il sostegno dei fratelli e la forza che ci fornisce lo spirito santo. Concentrarci su queste cose ci farà stare meglio. Invece di continuare a pensare alle nostre traversie, facciamo il possibile per risolvere ciascun problema e concentriamoci sugli aspetti positivi della nostra vita. — Prov. 17:22.
12 Negli ultimi anni alcuni paesi sono stati colpiti da gravi calamità. È stato bello osservare la grande forza d’animo con cui hanno reagito molti fratelli, anche se ovviamente per loro non è stato facile. Quando all’inizio del 2010 il Cile è stato colpito da un violento terremoto e dal conseguente tsunami, diversi fratelli hanno perso la loro abitazione e i loro beni, e in alcuni casi anche i loro mezzi di sussistenza. Eppure non hanno trascurato le attività spirituali. Samuel, che si è ritrovato con la casa completamente distrutta, ha detto: “Anche in quelle circostanze così dure io e mia moglie non abbiamo mai smesso di andare alle adunanze e in servizio. Sono convinto che non abbiamo ceduto alla disperazione proprio grazie a queste abitudini”. Come molti altri fratelli, questa coppia si è lasciata il disastro alle spalle e ha continuato a servire Geova.
13 Nel settembre del 2009 oltre l’80 per cento del territorio di Manila, nelle Filippine, è stato inondato in seguito a piogge torrenziali. Una persona facoltosa che ha subìto perdite ingenti ha detto: “L’alluvione non ha guardato in faccia a nessuno: ha causato difficoltà e sofferenze sia ai ricchi che ai poveri”. Questo ci ricorda l’assennato consiglio di Gesù: “Accumulatevi tesori in cielo, dove né la tignola né la ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano né rubano”. (Matt. 6:20) Impostando la propria esistenza sui beni materiali, che possono svanire in un istante, spesso si rimane delusi. È molto più saggio incentrare la vita sulla propria amicizia con Geova, perché questa relazione può rimanere intatta in qualunque situazione ci si possa trovare. — Leggi Ebrei 13:5, 6.
RAGIONI PER AVERE CORAGGIO
14 Gesù disse chiaramente che al tempo della sua presenza ci sarebbero stati problemi, ma disse anche: “Non siate atterriti”. (Luca 21:9) Con lui come nostro Re e con il sostegno del Creatore dell’universo abbiamo ogni motivo di sentirci sicuri. Paolo incoraggiò Timoteo con queste parole: “Dio non ci diede uno spirito di codardia, ma di potenza e di amore e di sanità di mente”. — 2 Tim. 1:7.
15 Notiamo come alcuni servitori di Dio dichiararono la loro piena fiducia in lui. Davide disse: “Geova è la mia forza e il mio scudo. In lui ha confidato il mio cuore, e sono stato aiutato, così che il mio cuore esulta”. (Sal. 28:7) Paolo espresse così la sua incrollabile fiducia: “In tutte queste cose siamo completamente vittoriosi per mezzo di colui che ci ha amati”. (Rom. 8:37) Analogamente, nell’imminenza del pericolo Gesù assicurò i suoi ascoltatori della solidità della sua relazione con Dio quando affermò: “Non sono solo, perché il Padre è con me”. (Giov. 16:32) Tutte queste dichiarazioni denotano assoluta fede in Geova. Coltivare la stessa fiducia in lui può darci il coraggio necessario per affrontare qualsiasi avversità. — Leggi Salmo 46:1-3.
AIUTO PER NON PERDERE IL CORAGGIO
16 Il coraggio dei cristiani non si basa sulla fiducia in se stessi. Si acquista piuttosto man mano che si conosce Dio e si impara a confidare in lui, e questo risultato si ottiene studiando la sua Parola scritta, la Bibbia. Una sorella che soffre di depressione spiega cosa le è di aiuto: “Leggo e rileggo molte volte i brani che trovo particolarmente confortanti”. E che dire dell’adorazione in famiglia? La stiamo tenendo ogni settimana secondo le direttive ricevute? Lo studio della Parola di Dio ci aiuterà a sviluppare lo stesso atteggiamento del salmista che disse: “Quanto amo la tua legge! Tutto il giorno è la mia sollecitudine”. — Sal. 119:97.
17 Abbiamo inoltre pubblicazioni bibliche in cui troviamo informazioni che rafforzano la nostra fiducia in Geova. A molti fratelli sono state particolarmente utili le biografie pubblicate nelle nostre riviste. Una sorella asiatica che soffre del disturbo bipolare dell’umore è stata contentissima di leggere la biografia di un ex missionario che è riuscito a convivere con la stessa malattia. Ha scritto: “Mi ha aiutato a comprendere il mio problema e mi ha dato speranza”.
18 Un altro dono di Geova che può aiutarci nelle situazioni più varie è la preghiera. L’apostolo Paolo sottolineò quanto sia prezioso questo dono dicendo: “Non siate ansiosi di nulla, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio con preghiera e supplicazione insieme a rendimento di grazie; e la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero custodirà i vostri cuori e le vostre facoltà mentali mediante Cristo Gesù”. (Filip. 4:6, 7) Ci avvaliamo appieno di questo strumento per trovare forza nelle difficoltà? Alex, un fratello della Gran Bretagna che soffre di depressione da molto tempo, ha detto: “Parlare a Geova in preghiera e ascoltarlo leggendo la sua Parola: queste due cose sono state la mia salvezza”.
19 Le adunanze sono un’ulteriore fonte di aiuto a cui non possiamo rinunciare. Un salmista scrisse: “La mia anima ha bramato e si è anche consumata per i cortili di Geova”. (Sal. 84:2) Nutriamo gli stessi sentimenti? Lani, già citata, spiega così il suo punto di vista: “Andare alle adunanze non era facoltativo. Sapevo che dovevo essere presente se volevo che Geova mi aiutasse”.
20 Si acquista coraggio anche mantenendosi attivi nell’opera di predicazione del Regno. (1 Tim. 4:16) Una sorella australiana che nella vita ha avuto moltissimi problemi dice: “Predicare era l’ultima cosa che avrei voluto fare, ma un anziano mi invitò a uscire in servizio con lui e accettai. Evidentemente Geova mi stava aiutando, perché ogni volta che svolgevo il ministero mi sentivo davvero felice”. (Prov. 16:20) Molti hanno riscontrato che aiutando altri ad acquistare fede in Geova rafforzano la loro stessa fede. Impegnandosi nel ministero evitano di pensare ai loro problemi e rimangono concentrati sulle cose più importanti. — Filip. 1:10, 11.
21 Geova ci offre generosamente l’aiuto di cui abbiamo bisogno per affrontare le difficoltà con coraggio. Se ci avvaliamo di tutto quello che ci mette a disposizione e meditiamo sull’eccellente esempio di altri coraggiosi servitori di Dio, cercando di imitarli, possiamo star certi che riusciremo a far fronte ai problemi. Anche se prima della fine di questo sistema potremmo dover fronteggiare ancora molte difficoltà, possiamo condividere i sentimenti espressi da Paolo: “Siamo abbattuti, ma non distrutti. . . . Non veniamo meno”. (2 Cor. 4:9, 16) Avvaliamoci dell’aiuto di Geova, e affronteremo le avversità odierne con coraggio. — Leggi 2 Corinti 4:17, 18.

La “legge perfetta che appartiene alla libertà”

Guardate attentamente nella legge perfetta che appartiene alla libertà (Giac. 1:25)
La “legge perfetta che appartiene alla libertà” non è la Legge mosaica, in quanto quel codice rendeva manifeste le trasgressioni ed ebbe il suo adempimento in Cristo (Matt. 5:17; Gal. 3:19). A quale legge faceva quindi riferimento Giacomo? Alla “legge del Cristo”, chiamata anche “legge della fede” o “legge di un popolo libero” (Gal. 6:2; Rom. 3:27; Giac. 2:12). La “legge perfetta”, dunque, include tutto quello che Geova richiede da noi. Sia i cristiani unti che le “altre pecore” ne traggono beneficio (Giov. 10:16). A differenza dei codici di leggi vigenti in molti paesi, la “legge perfetta” non è né complicata né gravosa. Consiste, infatti, di comandi semplici e princìpi fondamentali (1 Giov. 5:3). “Il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”, disse Gesù (Matt. 11:29, 30). Inoltre la “legge perfetta” non ha bisogno di un lungo elenco di pene o sanzioni perché si fonda sull’amore, ed è scritta nelle menti e nei cuori (Ebr. 8:6, 10).

Facciamoci guidare da Geova alla vera libertà
‘Guardate attentamente nella legge perfetta che appartiene alla libertà’. — GIAC. 1:25.
SAPRESTE SPIEGARE?
Quale legge conduce alla vera libertà, e chi ne trae beneficio?
Qual è il segreto per ottenere vera libertà?
Quale libertà è in serbo per tutti quelli che rimangono nella via della vita?
VIVIAMO in un periodo in cui avidità, illegalità e violenza sono in aumento. (2 Tim. 3:1-5) Per questo motivo le autorità varano più leggi, potenziano le forze dell’ordine e fanno installare sistemi di sorveglianza. In certi paesi i cittadini cercano di rendere più sicure le loro abitazioni con sistemi di allarme, serrature di ogni tipo e persino recinzioni elettrificate. Molti hanno paura di uscire la sera e non lasciano giocare fuori i loro figli da soli nemmeno di giorno. È evidente che la libertà è un bene sempre più raro, e pare che questa tendenza sia destinata a consolidarsi ulteriormente.
2 Nel giardino di Eden, Satana asserì che il segreto della vera libertà sta nell’indipendenza da Geova. Questa si è dimostrata un’enorme e perfida menzogna! In realtà, più le persone si allontanano dai confini di tipo morale e spirituale stabiliti da Dio, più ne soffre l’intera società. Questo generale peggioramento influisce anche su noi che serviamo Geova. Tuttavia, abbiamo la speranza di vedere la fine della schiavitù dell’umanità al peccato e alla corruzione, e di godere di quella che la Bibbia chiama “la gloriosa libertà dei figli di Dio”. (Rom. 8:21) Geova ha già iniziato a preparare i suoi servitori per questa libertà. In che modo?
3 La risposta sta in quella che lo scrittore biblico Giacomo definì la “legge perfetta che appartiene alla libertà”. (Leggi Giacomo 1:25). Altre traduzioni la definiscono “la legge perfetta di Dio, la quale ci porta alla libertà” (Parola del Signore), oppure la “legge perfetta, la legge della libertà” (CEI). In genere, però, la legge non viene associata alla libertà ma alla limitazione d’essa. Che cos’è allora la “legge perfetta che appartiene alla libertà”? E in che senso ci rende liberi?
LA LEGGE CHE CI RENDE LIBERI
4 La “legge perfetta che appartiene alla libertà” non è la Legge mosaica, in quanto quel codice rendeva manifeste le trasgressioni ed ebbe il suo adempimento in Cristo. (Matt. 5:17; Gal. 3:19) A quale legge faceva quindi riferimento Giacomo? Alla “legge del Cristo”, chiamata anche “legge della fede” o “legge di un popolo libero”. (Gal. 6:2; Rom. 3:27; Giac. 2:12) La “legge perfetta”, dunque, include tutto quello che Geova richiede da noi. Sia i cristiani unti che le “altre pecore” ne traggono beneficio. — Giov. 10:16.
5 A differenza dei codici di leggi vigenti in molti paesi, la “legge perfetta” non è né complicata né gravosa. Consiste, infatti, di comandi semplici e princìpi fondamentali. (1 Giov. 5:3) “Il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”, disse Gesù. (Matt. 11:29, 30) Inoltre la “legge perfetta” non ha bisogno di un lungo elenco di pene o sanzioni perché si fonda sull’amore, ed è scritta nelle menti e nei cuori, non su tavolette di pietra. — Leggi Ebrei 8:6, 10.
IN CHE SENSO LA “LEGGE PERFETTA” CI RENDE LIBERI?
6 I limiti che Geova ha stabilito per le sue creature intelligenti sono per il loro beneficio e la loro protezione. Per esempio, l’energia e la materia sono regolate da specifiche leggi fisiche, ma non ci sentiamo oppressi da tali leggi. Al contrario, riconosciamo che sono essenziali per il nostro bene. Allo stesso modo le norme morali e spirituali di Geova, che sono evidenti nella “legge perfetta” del Cristo, sono per il bene dell’uomo.
7 Oltre a proteggerci, la legge della libertà ci permette di soddisfare tutti i nostri legittimi desideri senza danneggiare noi stessi né violare i diritti e la libertà altrui. Quindi, il segreto per essere davvero liberi, cioè per poter fare quello che desideriamo, sta nel coltivare i giusti desideri, ovvero quelli che sono in sintonia con la personalità di Geova e le sue norme. In sostanza dobbiamo imparare ad amare ciò che Geova ama e a odiare ciò che lui odia. La legge della libertà ci aiuta a fare proprio questo. — Amos 5:15.
8 Essendo imperfetti dobbiamo lottare per reprimere i desideri errati, ma attenendoci lealmente alla legge della libertà possiamo sperimentare già da ora il suo potere di liberarci. Prendiamo il caso di Jay, che era schiavo del tabacco. Quando iniziò a studiare la Bibbia e apprese che il suo vizio dispiaceva a Dio dovette prendere una decisione: avrebbe continuato a sottomettersi ai desideri della carne imperfetta, oppure avrebbe ubbidito a Geova? Saggiamente scelse di servire Dio, anche se soffriva per l’astinenza da nicotina. Come si sentì quando riuscì a vincere il suo vizio? Jay ha detto: “Mi sentivo meravigliosamente libero e felice”.
9 Per esperienza personale Jay ha imparato che la libertà che il mondo offre, e che permette di “rivolgere la mente alla carne”, in realtà rende schiavi; mentre la libertà che dà Geova, e che consiste nel “rivolgere la mente allo spirito”, libera davvero e conduce a “vita e pace”. (Rom. 8:5, 6) Dove ha trovato Jay la forza per liberarsi dal suo vizio? Non l’ha trovata dentro di sé: l’ha ricevuta da Dio. “Studiavo regolarmente la Bibbia, pregavo per avere spirito santo, e cercavo l’aiuto amorevole che mi veniva generosamente offerto dalla congregazione”, ha spiegato. Queste stesse cose possono aiutare tutti noi nella nostra ricerca della vera libertà. Vediamo come.
‘GUARDIAMO ATTENTAMENTE’ NELLA PAROLA DI DIO
10 Giacomo 1:25 in parte dice: “Chi guarda attentamente nella legge perfetta che appartiene alla libertà e persiste in essa . . . sarà felice nel suo operare”. Il verbo greco tradotto “guarda attentamente” significa “chinarsi per guardare”, il che comporta uno sforzo mirato. Se vogliamo che la legge della libertà ci modelli la mente e il cuore dobbiamo fare la nostra parte studiando la Bibbia con impegno e meditando devotamente su di essa. — 1 Tim. 4:15.
11 Allo stesso tempo dobbiamo ‘persistere’, o perseverare, nell’applicare la Parola di Dio per fare della verità il nostro modo di vivere. Gesù espresse un pensiero simile quando disse ad alcuni che avevano creduto in lui: “Se rimanete nella mia parola, siete realmente miei discepoli, e conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi”. (Giov. 8:31, 32) Secondo un’opera di consultazione, ‘conoscere’ qui ha anche il significato di apprezzare perché “ciò che si ‘conosce’ ha valore o importanza per colui che conosce”. (Vine’sComplete Expository Dictionary of Old and New Testament Words) Quindi, ‘conosciamo’ nel senso pieno del termine la verità quando essa diventa il nostro modo di vivere. Si può dunque affermare che “la parola di Dio . . . opera in noi” modellando la nostra personalità in modo da renderla più simile a quella del nostro Padre celeste. — 1 Tess. 2:13.
12 Quindi chiediamoci: ‘Conosco davvero la verità? Ne ho fatto il mio modo di vivere? Oppure sono ancora alla ricerca di qualche tipo di “libertà” nel mondo?’ Ripensando a quando era più giovane, una sorella che è stata educata da genitori cristiani ha scritto: “Quando cresci nella verità Geova è, per così dire, parte della tua vita. Io però non lo avevo mai conosciuto veramente. Non avevo imparato a odiare quello che lui odia. Pensavo che a lui non interessasse quello che facevo. Non avevo neanche imparato a rivolgermi a lui quando mi trovavo in difficoltà. Facevo affidamento solo su me stessa, sul mio intendimento, ma ora mi rendo conto di quanto mi sia comportata in modo assurdo; in fondo capivo così poco”. Fortunatamente la sorella si rese conto che il suo modo di pensare era decisamente sbagliato e fece grandi cambiamenti, diventando addirittura pioniera regolare.
LO SPIRITO SANTO CONTRIBUISCE A RENDERCI LIBERI
13 In 2 Corinti 3:17 leggiamo: “Dov’è lo spirito di Geova, lì c’è libertà”. In che modo lo spirito santo contribuisce a renderci liberi? Ad esempio producendo in noi qualità che sono essenziali per poter essere liberi: “Amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé”. (Gal. 5:22, 23) Senza queste qualità, specialmente senza l’amore, nessuna società può essere davvero libera, e questo è evidente dalle attuali condizioni del mondo. Fatto interessante, dopo aver elencato gli aspetti del frutto dello spirito Paolo aggiunse: “Contro tali cose non c’è legge”. Cosa intendeva dire? Non c’è nessuna legge che possa limitare lo sviluppo del frutto dello spirito di Dio. (Gal. 5:18) Dopo tutto, a cosa servirebbe una legge del genere? La volontà di Geova è che coltiviamo le qualità cristiane per sempre e che le manifestiamo agli altri senza limitazioni.
14 Coloro che sono schiavi dello spirito del mondo e si dedicano alla soddisfazione dei loro desideri carnali forse pensano di essere liberi. (Leggi 2 Pietro 2:18, 19). Ma in realtà è tutto il contrario! Un’enorme quantità di leggi e norme esiste al solo scopo di arginare i loro desideri e comportamenti dannosi. “La legge non è promulgata per il giusto, ma per gli illegali e gli insubordinati”, disse Paolo. (1 Tim. 1:9, 10) Inoltre queste persone sono schiave del peccato, perché fanno le ‘cose che vuole la carne’, la quale è una padrona crudele. (Efes. 2:1-3) In un certo senso costoro sono come insetti che si infilano nel barattolo del miele: i loro desideri li portano dritti in trappola. — Giac. 1:14, 15.
LIBERTÀ NELLA CONGREGAZIONE CRISTIANA
15 Quando abbiamo iniziato a frequentare la congregazione cristiana, non è stato come iscriversi a un club. Se siamo entrati a far parte della congregazione è perché lo ha voluto Geova. (Giov. 6:44) Cosa lo ha spinto a volerlo? Ha forse visto in noi delle persone giuste e timorate di lui? Probabilmente risponderemmo di no. Ma allora cosa ha visto Dio? Ha visto un cuore che si sarebbe sottomesso al suo benevolo operato e che avrebbe accolto la sua legge che rende liberi. All’interno della congregazione Geova si è preso cura del nostro cuore: ci ha nutrito spiritualmente, ci ha liberato da falsità e superstizioni e ci ha insegnato a coltivare la personalità cristiana. (Leggi Efesini 4:22-24). Grazie a tutto ciò, abbiamo il privilegio di essere parte dell’unico popolo sulla terra che può giustamente essere definito “un popolo libero”. — Giac. 2:12.
16 Fermiamoci a riflettere su un aspetto. Quando siamo in compagnia di persone che amano Geova con tutto il cuore, abbiamo paura di qualcosa? Sentiamo la necessità di guardarci sempre alle spalle? Mentre parliamo con un fratello o una sorella nella Sala del Regno, ci teniamo sempre ben strette le nostre cose per paura che spariscano? Assolutamente no! Ci sentiamo liberi e a nostro agio. Difficilmente ci sentiremmo così in mezzo a tante persone riunite per un’occasione diversa. E la libertà che si prova oggi nel popolo di Dio è solo un assaggio di quella che proveremo in futuro.
“LA GLORIOSA LIBERTÀ DEI FIGLI DI DIO”
17 Parlando della libertà che Geova ha in serbo per i suoi servitori sulla terra, Paolo scrisse: “L’ansiosa aspettazione della creazione attende la rivelazione dei figli di Dio”. Poi aggiunse: “La creazione stessa sarà pure resa libera dalla schiavitù della corruzione e avrà la gloriosa libertà dei figli di Dio”. (Rom. 8:19-21) “La creazione” qui si riferisce all’umanità con la speranza terrena, i beneficiari della “rivelazione” degli unti figli di Dio. Tale rivelazione avrà inizio quando questi “figli”, risuscitati nel reame spirituale, opereranno insieme a Cristo per ripulire la terra dal male e per introdurre “una grande folla” nel nuovo sistema di cose. — Riv. 7:9, 14.
18 L’umanità redenta proverà una libertà completamente nuova: la libertà dall’influenza di Satana e dei demoni. (Riv. 20:1-3) Sarà un vero sollievo! Dopo di che, i 144.000 che saranno re e sacerdoti con Cristo continueranno a liberare l’umanità applicando progressivamente i benefìci del sacrificio di riscatto finché non ci sarà più traccia del peccato adamico e dell’imperfezione. (Riv. 5:9, 10) Una volta che avranno dimostrato la loro fedeltà anche nella prova, gli esseri umani otterranno la perfetta libertà che Geova ha promesso: “la gloriosa libertà dei figli di Dio”. È meraviglioso sapere che non dovremo più lottare per fare ciò che è giusto agli occhi di Dio perché il nostro fisico sarà stato reso perfetto e la nostra personalità sarà stata completamente trasformata a immagine di Dio!
19 Stiamo aspettando con ansia “la gloriosa libertà dei figli di Dio”. Pertanto facciamo in modo che la nostra mente e il nostro cuore continuino a essere influenzati dalla “legge perfetta che appartiene alla libertà”. Studiamo diligentemente le Scritture. Viviamo la verità, facciamola nostra. Preghiamo per avere spirito santo e avvaliamoci della congregazione cristiana e del cibo spirituale che Geova ci provvede. A differenza di Eva non lasciamoci sviare da Satana, che vuole farci credere che le norme di Dio siano troppo restrittive. Il Diavolo sa essere molto astuto. Tuttavia, come vedremo nel prossimo articolo, non è detto che saremo “sopraffatti da Satana, poiché non ignoriamo i suoi disegni”. — 2 Cor. 2:11.